giovedì 28 novembre 2013

Estremo saluto con sottofondo di violoncello

Departures – Yōjirō Takita
(2008)


Il cinema orientale è stato saccheggiato in lungo e in largo dall’occidente (va detto che agli inizi la cosa è stata reciproca), ma c’è una cosa che nessun occidentale è mai riuscito a riprodurre, ovvero la sensazione di pace che certi cineasti dell’estremo oriente sanno trasmettere. Per quanto grande possa essere un regista occidentale, può riuscire a omaggiare Takeshi Kitano o Park Chan-wook, persino il mio amatissimo Kurosawa (forse tra i più saccheggiati della storia, e vorrei ben vedere…), con grandi storie d’avventura, iperviolenza, vendette atroci, ma non ho mai visto, e sottolineo “MAI”, un occidentale riuscire a rendere sul grande schermo la sensazione di quiete e di comunione con il mondo che sanno ispirare alcune pellicole dell’est estremo, tra cui “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera” di Kim Ki-duk o, appunto, “Departures” di Yōjirō Takita.

giovedì 21 novembre 2013

Questioni di fiducia

Homeland – Stagioni 1 e 2
(2011 – in corso)

Siamo pronti ad alzare il tiro. Qui si parla di una delle migliori serie televisive di sempre. Inutile dire che non può mancare nel vostro palmares di nottate passate con gli occhi sbarrati verso lo schermo.
Prendete una grande spy story, con un’ottima trama, scritta e diretta magistralmente, di amplissimo respiro, che si sa prendere tutto il tempo che serve senza annoiare. Ora prendete lo Zerozerosettete della situazione e il malvagio Goldfinger, cancellateli e sostituiteli con una protagonista fragile e bipolare, un eroe di guerra equivoco, e una squadra di spie pronte a spiazzarvi ad ogni episodio. Eccovi Homeland. In particolare, potremmo definire la prima serie come un raffinatissimo esercizio di lobotomia per le vostre certezze (badate bene che non uso la parola lobotomia a caso).

giovedì 14 novembre 2013

Friends will be Friends

20th Century Boys – Naoki Urasawa
(1999-2006) – Planet Manga

Premessa: Naoki Urasawa è un genio.
Ciò detto, possiamo iniziare.
Sebbene sia un manga non proprio recentissimo (almeno al suo inizio!) io l’ho scoperto in un periodo in cui, di fatto, non avevo quasi nulla da leggere.
Non so, devo dire che le copertine non mi intrigavano granché. Sebbene siano tutt'altro che brutte, anzi. Ma a volte è proprio solo una questione di pelle. Tuttavia, alla fine, un paio di anni fa mi faccio convincere dal mio fumettaro a suon di “vedrai che ti piace, è intrigante”. “Grazie, tu lo vendi!” ribattevo io.
Ma alla fine mi faccio convincere e voilà!
Recensione che comunque risulta piuttosto semplice. Infatti, come in (quasi) tutti i manga di Urasawa la trama è talmente intrecciata e non sequenziale che, di fatto, fare spoiler è quasi impossibile.

giovedì 7 novembre 2013

Sublimi, incomprensibili islandesi crescono

Ásgeir Trausti –In the Silence (Dýrð í dauðaþögn)
2013 – One Little Indian



Diamo a Cesare ciò che è di Cesare e all’Islanda ciò che le compete.  320.000 abitanti tra cui Bjork, I Sigur Ròs, Emiliana Torrini e il ragazzino in questione. La domanda sorge spontanea: “Che gli danno da mangiare da piccoli? Vinile tritato?” Ásgeir Trausti è probabilmente il principale esponente di quel movimento di artisti nati dopo l’inizio degli anni ’90 che fa del farmi sentire vecchio e inutile il proprio manifesto. Andiamo a dare uno sguardo alla sua opera prima.

domenica 3 novembre 2013

La più assurda trilogia della storia

La trilogia del cornetto – Edgar Wright
(L’alba dei morti dementi - 2004, Hot Fuzz - 2007, La fine del mondo - 2013)



Al bando le cose serie e parliamo di Kieślowski. Ora che l’ho scritto, a pensarci bene, suona strano. Ma è decisamente adatto. La trilogia del cornetto (The three flavours Cornetto Trilogy) è costituita da tre film diretti da Edgar Wright e scritti da Edgar Wright e Simon Pegg (che ne è anche l’interprete principale) che nulla hanno in comune tra loro a parte gli attori e il gelato industriale con cialda più famoso del mondo. Come omaggio ai Tre colori di Kieślowski, nei tre film si possono trovare: cornetto alla fragola rosso sangue nell’horror “L’alba dei morti dementi”, cornetto blu classico nel poliziesco “Hot Fuzz” e cornetto menta e cioccolato nel fantascientifico “La fine del mondo”. Si capisce quindi immediatamente che queste pellicole saranno piene come un tacchino a natale di citazioni e omaggi, più o meno espliciti.