Berserk – Kentaro Miura
1996 (originale 1989) – Panini Comics
Lo yin e lo yang in un unico manga. Possibile?
Chi ha letto Berserk di Kentaro Miura dall'inizio e lo sta ancora cercando di leggere sa già di cosa parlerò.
Per gli altri, non disperate: forse per la prima volta nella vostra vita alla fine di queste poche righe avrete la voglia di leggere solo una (piccola) parte di un manga, senza arrivare alla fine (ammesso che esista).
Stramberie? Può darsi. Allora atteniamoci ai fatti.
Quando arrivò in Italia in sordina e in un'edizione che grida tuttora vendetta (ribaltata, tagliuzzata, carta straccia, stampa pessima), di questo manga si parlò parecchio per la tantissima violenza contenuta in buona parte delle tavole.
La storia narra le vicende di Gatsu, guerriero senza un occhio e senza metà braccio, con un marchio sul collo che richiama contro di se gli spiriti maligni e ogni altra forma di vita demoniaca. Gatsu è alla ricerca di Phemt, arcidemone (sebbene la classificazione sia poco chiara) appartenente al gruppo detto dei “5 della mano di Dio” che gli ha causato le amputazioni e gli ha impresso il marchio. Fino al primo faccia a faccia tra i due il manga scorre abbastanza tranquillamente e senza troppi sussulti, ma dopo inizia il bello.
Un lunghissimo flashback ci porta all'origine di tutto, quando Gatsu era solo un giovane mercenario e Phemt non era ancora Phemt, ma Grifis, capo di una truppa di mercenari pronto a tutto per arrivare al potere. Ma proprio a tutto tutto.
Ed è qui che il manga prende il volo: fino al numero 20 italiano (prima edizione) il primo manga in assoluto che consiglierei (astenersi under 14), dopo il 20 il primo che sconsiglierei.
Eh si... Perché il buon Kentaro Miura, meraviglioso e dettagliatissimo tratto e insana attenzione per gli squartamenti e gli stupri (sebbene quasi sempre contestualizzati), alla fine di questo flashback si vende come un de gregorio qualsiasi e ci propina una serie infinita di numeri in cui la violenza contestualizzata diventa puro e semplice splatter, in cui la storia inizialmente focalizzata sui legami interpersonali tra i personaggi diventa una banale: “quante ossa si romperà Gatsu per aver la meglio di questo mostro?” Fino all'incredibile parte attuale, dove veramente vale tutto.
Quindi: se avete il coraggio di leggere un manga, innamorarvene, e poi abbandonarlo, allora VI CONSIGLIO VIVAMENTE i primi 20 numeri italiani di BERSERK.
Se siete come me e non siete geneticamente in grado di abbandonare un manga iniziato (e se, come me, non avete lasciato perdere nemmeno Dokuro allora avete problemi gravi, ma gravi gravi gravi), allora fatevelo prestare o lasciate perdere.
In sostanza: grazie Kentaro, fan..lo Kentaro...
Alla prossima.
Cla
Cla