mercoledì 19 marzo 2014

Quando due voci si fondono in un'armonia


Raising Sand - Robert Plant & Allyson Krauss. Rounder Records, 2007.


Un giorno mi vien voglia di ascoltare qualcosa di nuovo: mi concedo così un piccolo regalo musicale. Una volta in negozio mi trovo davanti questo Raising Sand, firmato Robert Plant ed Allyson Krauss. Subito desta la mia attenzione, anche perché già ne ho sentito parlare. Mi lascio convincere immediatamente. Tre i motivi: essendo io un agguerrito fan dei Led Zeppelin per me il mitico Robbie rappresenta una garanzia in fatto di qualità musicale. Aggiungete a questo un paio di recensioni estremamente positive lette sul web, e il Grammy Award vinto per il miglior album nel 2009.

Torno a casa e, impaziente, faccio partire il disco. La prima traccia inizia con il ritmo travolgente di Rich Woman: “Du du du dum, dum, du du du, I’ve got a woman with plenty of money, she got the money and I got the honey. Called my baby late last night, she told me daddy everything was all right.”
Vengo catturato immediatamente dall’incanto, che termina solo alla fine dell’ultimo dei 12 brani dell’album. Impossibile resistere all’intensa Through the morning, through the night, alla dolce Trampled Rose o al ritmo di Let your loss be your lesson. Nei giorni successivi lo ascolto e lo riascolto, e penso “Grande Robbie, non perdi un colpo!”. Il merito però non è solo del vecchio frontman degli Zeps (aspetto un po’ rozzo da avvinazzato, ma una voce inarrivabile), ma anche di Allyson Krauss. Vi confesso che non avevo la minima idea di chi fosse questa signora. Allora mi faccio una piccola ricerca su wikipedia: è una cantante folk country statunitense, sulla quarantina, con un passato da strumentista, e un precocissimo debutto sulle scene musicali. Ad oggi è autrice di quattordici album e di numerose colonne sonore.
Questo lavoro è un mix di cover: brani datati, come Rich Woman e il trascinante Gone Gone Gone, o più recenti, come il melancolico Killing the blues. Giusto per cercare di non far rimpiangere le buone abitudini dei Led Zeppelin, qui però Plant ci fa la grazie di citare le fonti, a differenza di quanto erano soliti fare nei bei tempi andati. Certo è che al furto si accostava sempre un geniale arricchimento (ascoltatevi per sfizio il When the levee breaks da Led Zeppelin IV e confrontatelo con l’originale del 1929… due mondi differenti!). Ecco, Raising Sand si pone esattamente in questa scia.
Cosa mi spinge a consigliarvi quest’album e a ritenerlo un lavoro di altissimo livello? Innanzitutto gli arrangiamenti: ok, musicalmente parlando sono ignorante, ma è innegabile che siano veramente ben curati e di alto livello. Forti di un così valido sostegno al resto pensano i due protagonisti: le loro voci si completano a vicenda e s’intrecciano costantemente, sovrapponendosi per creare un’atmosfera magica. I loro duetti ridanno vita così a splendide melodie. Il tutto con un sapiente mix di brani lenti e delicati e di altri più ritmati e veloci.

Ascoltatelo e alla fine anche voi mi darete ragione: Robbie Plant è sempre una garanzia!