giovedì 12 dicembre 2013

Ritratto di Marlowe con baffi e coda

Blacksad - Juan Díaz Canales e Juanjo Guarnido
(1990- in corso) – Dargaud (Francia), Rizzoli Lizard (Italia)

Stavo amabilmente passeggiando per Lucca, a inizio novembre del 2011, quando, dopo aver evitato di farmi calpestare dall’ennesimo tizio vestito da Gundam a grandezza naturale, mi sono trovato a Palazzo Ducale: pur entrando con il preciso intento di dare una sbirciata all’esposizione delle tavole di Taniguchi-sama, vengo catturato, in un’altra saletta, dalle tavole più belle che mi sia capitato di vedere in vita mia. Pare siano di un tizio Spagnolo, tal Guarnido. E il protagonista di queste tavole è un gatto detective metropolitano degli anni ’50, sguardo duro come la pietra, pelo nero come la pece, sfigato come se si continuasse ad attraversare la strada da solo.

Canales, ai testi, per questa serie di graphic novel, decide di prendere in prestito giusto una cosetta da Raymond Chandler… tutto. Questo non vuol dire che se avete letto vitamorteemiracoli di Chandler potete tranquillamente zompare Blacksad e passare ad altro, anzi. Perché Blacksad, grazie alla compenetrazione perfetta tra la sceneggiatura di Canales e i disegni di Guarnido, riesce a ricreare uno splendido Marlowe, centrandone a pieno poetica ed ironia del buon vecchio Raymond, reinterpretando i capolavori dell’hard-boiled in modo assolutamente originale.
La serie del gatto detective si costituisce di quattro volumi editi in Italia dalla Lizard in un bel formato tabloid cartonato su carta patinata, che riesce ad esaltare al meglio la perfezione delle tavole. Il quinto capitolo della saga, per ora inedito in Italia, è uscito il 15 novembre per la francese Dargaud.
Il primo capitolo (Da qualche parte tra le ombre) è decisamente lineare e classico. Una vecchia fiamma del gattone nero viene trovata uccisa e il nostro detective non può evitare, tra bassifondi e palazzi “bene”, di trovarsi immischiato in situazioni più grandi di lui. Nel secondo (Arctic Nation), investigando sulla scomparsa di una bambina, il gattaccio si trova invischiato in storie di segregazione razziale, violenza domestica e depressione economica, che lo mettono in contatto con un partito di sostenitori della purezza della razza bianca. Un invito a nozze per un gatto nero attaccabrighe. Nel terzo capitolo (Red Soul), dopo aver incontrato, dopo anni, un suo vecchio professore, apparentemente un intellettuale progressista, riallaccerà con lui un rapporto che lo porterà a salvare la vita di un amico del vecchio gufo saggio durante un party e, successivamente ad indagare su di un omicidio, la cui vittima, pare non fosse l’obbiettivo originale dell’assassino. Il quarto capitolo (A silent hell), non poteva essere nient’altro, vista l’ambientazione della saga, che un’indagine a ritmo di Jazz.
Ricapitolando: prima, e sopra tutto, stanno i disegni. Semplicemente perfetti, emozionanti di per sé, evocativi. Non un segno o un colore sbagliati. L’utilizzo dei regni animali, mutuato direttamente da Esopo , qui viene portato all’estremo, considerando non solo e non sempre i vizi, ma pure il carattere dei personaggi. Il saggio gufo scienziato, il maestoso e violento orso bianco sostenitore della razza pura... Tutte cose già viste ai tempi d’oro dei lungometraggi Disney, ma se per questi c’erano evidenti limitazioni dovute al pubblico, qui tutto è portato alle estreme conseguenze e Guarnido (non a caso ex animatore di casa Disney) può mostrare i lati più cinici e bestiali del mondo animale.

Certo, non vengono introdotte sostanziali differenze con l’hard-boiled di Hammet e Chandler, ma, nonostante questo, i volumi in questione, restano un piacere da leggere, fluidi, rapidi, zeppi di ottimi dialoghi, autoconclusivi (nulla a che vedere con cose al limite dell’incomprensibilità come il sino- francese Zaya). A livello di sceneggiatura, il capitolo migliore, (dei tre che ho letto fino ad ora) è il terzo, seguito a ruota dal secondo. Ho apprezzato meno il primo per mia colpa: avendolo letto per ultimo, mi sono perso per strada un’ottima e sorprendente introduzione ai personaggi.
In attesa che mi arrivi il quarto atto della saga e che la Lizard si muova per tradurre il quinto, godiamoci il “trailer” di quest’ultimo capitolo: “Blacksad: Amarillo”.